Blog dedicato alla prima Guerra Mondiale ed alle sue conseguenza in Italia e in Europa. E' espressione del CESVAM - Istituto del Nastro Azzurro come spazio per i temi riguardanti la grande guerra e le sue conseguenze (info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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sabato 30 novembre 2019
lunedì 25 novembre 2019
mercoledì 20 novembre 2019
domenica 10 novembre 2019
La Tattica nella Grande Guerra 2
Sulla fronte italiana, fino a quasi tutto il 1917, la concezione,
l'organizzazione e la condotta della difesa restarono aderenti alle istruzioni
emanate dal generale Cadorna nell'aprile e nel luglio del 1916, senza
modificare la sostanza concettuale delle istruzioni fondamentali, ne
aggiornarono e perfezionarono i contenuti a mano a mano che la constatazione
dei fatti veniva suggerendo la necessità di insistere su determinati argomenti,
di darne interpretazioni più esatte, d’introdurre innovazioni organizzative e
tecniche derivanti dalla propria ed altrui esperienza (54) con particolare
riferimento alla difesa antiaerea (55), alla difesa dei gas (56), al
mascheramento delle opere campali, dei magazzini e dei depositi (57) ed
all'impiego e all'addestramento delle specialità della fanteria e dei reparti
di assalto (58). Frequenti furono durante il 1917 i ritorni del generale
Cadorna anche sui criteri tattici e tecnici dell'azione difensiva. In gennaio,
ribadita la necessità assoluta di assicurare il fiancheggiamento delle trincee, tracciandole
a successivi salienti e rientranti e non mai a lunghi tratti rettilinei (59), si
soffermò a lungo sul concetto della “ sistemazione in profondità di diverse
successive posizioni a distanze variabili fra l'una e l'altra, subordinatamente
alle peculiari caratteristiche del terreno, ma di massima, quando è possibile,
dai 2 ai 3 km circa, ed anche più” e sul concetto della “ costituzione di ogni
posizione a caposaldi, sistemata, compresi i caposaldi stessi, a linee
successive, riunite da numerosi camminamenti in parte attivi e muniti, nei
punti convenienti e singolari, di organi di fiancheggiamento per uno sviluppo
di intenso fuoco su compartimenti della sistemazione”. In marzo una nuova
circolare sull'azione difensiva (60) confermò che, “ non consentendo la qualità
di artiglieria e di mezzi aerei di cui disponiamo di effettuare un fuoco di
controbatteria così nutrito ed efficace che valga ridurre al silenzio le
artiglierie avversarie “, era giocoforza far convergere il tiro del maggior
numero possibile di batterie sulle fanterie pronte all'attacco in modo da
soffocarlo prima ancora che si pronunzi. La stessa circolare, inoltre,
sottolineò nuovamente la necessità: dello scaglionamento delle mitragliatrici;
del costituzione di centri di resistenza lateralmente o immediatamente dietro
ai tratti sui quali il nemico avesse ottenuto con il fuoco di preparazione i
maggiori effetti di distruzione; della creazione, nelle trincee avanzate, di
facili sbocchi di uscita in modo che esse non
abbiano a rappresentare pericolosa insidia per i difensori che le occupano;
del mantenimento nelle trincee avanzate sottoposte al tiro di distruzione di pochi uomini scelti, appostati in
nicchie, ben inquadrati e costantemente sorvegliati da cambiare frequentemente e prima che il fuoco avversario ne abbia fiaccata ogni
energia. La circolare concludeva: “ Da tutto ciò emerge come nella
difensiva - oltre alla ferma
volontà di non cedere nessun palmo di terreno - si richieda conveniente
organizzazione delle posizioni, giudiziosa distribuzione delle forze e perfetto
collegamento fra batteria ed artiglieria; ma sopra tutto, opera vigile,
assidua ed intelligente dei capi, i quali non debbono subire la volontà
dell'avversario; bensì, come nel combattimento offensivo, guidare l'azione”.
Nell'aprile il generale Cadorna, con breve nota, tornò a ribadire che l’essenza
del problema difensivo è essenzialmente di carattere tattico (61) per cui la
scelta delle linee, gli tracciamento delle difese, la scelta delle posizioni
per artiglieria, la determinazione dei fiancheggiamenti “ rappresentano una
serie di problemi tattici, il cui fattore essenziale è l'impiego delle truppe e
delle artiglierie in relazione al terreno ed il cui esame è perciò di stretta
competenza del comandante delle truppe”. (Da Filippo Stefani, Stroia della Dottrina e degli Ordinamenti dell'Esercito Italiano) continua con post in data 10 dicembre 2019.
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