giovedì 16 maggio 2019

Mezzi speciali in Azione



Il forzamento di Pola con il barchino "Grillo" (14 maggio 1918)

Il rapporto del comandante Pellegrini, che, essendo rimasto prigioniero, non potè farlo pervenire in Italia se non molto tempo dopo l'impresa così recita:
"Missione del Grillo" nella notte dal 13 al 14 maggio 1918.
"Mi pregio riferire alla E. V. quanto segue circa il tentativo fatto col galleggiante speciale "Grillo" nelle prime ore del 14 maggio per penetrare nel porto di Pola e silurarvi una nave nemica.
"Lasciato libero dal capitano di vascello Ciano Costanzo, alle 02,20 circa, a metà della congiungente Punta Peneda – Capo Compare, avendo già approntati i siluri per il lancio e tenendo l'equipaggio sdraiato in coperta ho proseguito navigando alla massima velocità dirigendo per Greco in modo da avvicinarmi, come da istruzioni, all'isola di S. Girolamo. Durante questa rotta sono stato illuminato diverse volte dal proiettore di Capo Compare e di queste accensioni ho approfittato per giudicare, rilevandolo, della mia posizione. Ho cambiato rotta dirigendo per scirocco e messo alla minima velocità (per non far rumore) quando per la vicinanza all'isola di S. Girolamo ho giudicato di essere sul punto dal quale sarei andato ad incontrare normalmente il primo gruppo delle ostruzioni del porto in prossimità della loro parte mediana.
"Durante quest'ultima rotta che ho compiuta, senza che venisse acceso nessun proiettore, e col cielo, contrariamente a quello che era stato fno a poco tempo prima, completamente rasserenato, ho avvistata l'estremità del molo e Punta Cristo (che mi ha dato modo di controllare che la rotta che seguivo era quella che volevo io) e poco prima di essere sulle ostruzioni un galleggiante che ho giudicato essere ilguardaporto. Ho constatato che esso era ormeggiato parallelamente alle ostruzioni e ad un centinaio di metri circa dal molo. Non distinguendolo io nitidamente ed essendomi poco dopo apparsa la prima ostruzione, non ho deviato dalla mia rotta sia per la speranza, essendo io più piccolo, di non essere visto, sia perchè se avessi accostato a sinistra (come avrei dovuto fare per allontanarmi) avrei dovuto mettermi quasi normalmente a lui con maggiore probabilità di essere scorto.
"Ho fatto passare il fuochista scelto Corrias Giuseppe dal centro a poppavia per la manovra del timone che avrebbe fatta insieme al 2° capo silurista Milani Antonio. Questi si trovava già a poppa perchè incaricato durante l'avvicinamento alle ostruzioni di coprire il boccaporto entro il quale mi chinavo per manovrare i motori onde evitare che all'esterno si vedessero le scintille che facevano i relativi reostati. Il marinaio scelto Angelino Francesco è rimasto (dove era già stato destinato prima) a prora.
"Pochi istanti prima di essere sulle ostruzioni, una voce proveniente dal guardaporto ha dato, credo, il "Chi va là". Non ho risposto e data la vicinanza delle ostruzioni ho fermato l'elica, per evitare rumore arrivandovi sopra con troppo abbrivo, e messo in moto le catene. Alle 03,25 i denti delle catene hanno fatto presa sulla prima ostruzione, e pochi istanti dopo, un proiettore acceso sul guardaporto, dopo brevissima rettifica, mi ha illuminato a proravia del traverso a dritta e da questo momento mi ha tenuto sotto il suo fascio. A questo proiettore ha seguito poco dopo quello debole e rossastro di Punta Cristo che illuminandomi al traverso a sinistra ha illuminata anche l'estremità del molo. Subito dopo essere stato illuminato dal proiettore del guardaporto sono partiti, ho avuto l'impressione, dal guardaporto, i primi colpi di fucile diretti contro il "Grillo" e poco dopo quelli di mitragliatrice e di un cannone di piccolo calibro, e, mentre stavo passando la prima ostruzione, dall'estremità del molo sono stati sparati successivamente due very bianchi. Il fuoco ha seguitato da questo momento ininterrottamente fino a quand, come dirò in seguito, non ho fermato il "Grillo" per affondarlo.
"Un terzo proiettore, molto più potente dei due altri, è stato acceso da una nave all'interno (forse quella di cui prima mentre mi avvicinavo a S. Girolamo avevo visto profilarsi confusamente la sagoma nell'avvallamento del porto) e mi ha illuminato di prora.
"Durante il passaggio della prima ostruzione, che sarà durato circa due minuti, ho riscontrato che il primo gruppo delle ostruzioni era formato nel modo che sapevo già per le informazioni avute al riguardo, con l'aggiunta però di una ostruzione in più di quelle centrali. Questo primo gruppo era così costituito da cinque linee di ostruzioni. Le due esterne erano formate da travi (lunghi  circa 4 metri) posti normalmente all'ostruzione e tenuti riuniti fra loro da tre gruppi di cavi di acciaio che correvano longitudinalmente dal molo a Punta Cristo, il centrale (emerso) al di sopra della metà, ed i laterali (immersi) al di sotto delle estremità dei singoli travi. Le tre interne erano formate da travi posti longitudinalmente riuniti  fra loro con anelli di ferro ed ormeggiati a boe sferiche. Data la piccola distanza fra una ostruzione e l'altra (circa 20 metri) ho detto a poppa di non mettere le chiavette, quando passata l'ostruzione, avrebbero ammainato il timone, ma tenerlo a posto solo con le mani; così infatti ho navigato fra una ostruzione e l'altra.
"Il passaggio della 2°, 3° e 4° ostruzione è stato molto celere oltre che per il tipo di ostruzione anche perchè io ho tenuto in moto l'elica fino a quando l'ostruzione non è arrivata a poppavia del boccaporto di poppa. Il congegno delle catene nel superare i due tipi di ostruzione si è dimostrato ottimo.
"Mentre stavo fra la 3° e la 4° ostruzione ho visto un fanale rosso, al di là delle ostruzioni e dei fasci dei proiettori, che si spostava, non molto velocemente, dal molo verso di me. Ho immaginato che questo fanale fosse quello di una imbarcazione di guardia che venisse, in rinforzo al guardaporto, ad impedirmi l'entrata nel porto, e mentre fino allora, nonostante il fuoco che veniva fatto contro il "Grillo", mi era sorrisa la speranza di riuscire a passare anche il secondo gruppo di ostruzioni, e di lanciare per lo meno contro la nave che mi illuminava col suo proiettore, ora invece per il sopraggiungere di questa imbarcazione vedevo che avrei dovuto, in mancanza di meglio, lanciare non appena avessi superata l'ultima ostruzione del primo gruppo.
"Nella previsione di superare questa ostruzione dicevo all'equipaggio di tener pronte le Ghilsenti pensando che ne avrei dovuto far certo uso per tener lontana detta imbracazione quando oltrepassata la 5° ostruzione avrei lanciato.
"Il fanale rosso scompariva un pò dietro il guardaporto e poco dopo, mentre oltrepassata la 4° ostruzione avevo rimesso in moto per avvicinarmi alla 5°, mi accorgevo che sarebbe arrivato sul punto dove io avrei superata questa ostruzione, al più tardi pochi istanti dopo che io avrei incominciato a superarla.
"Seguitando ad andare avanti mi arei trovato così per circa un minuto e mezzo quasi fermo sull'ostruzione con una barca armata che, data la vicinanza, avrebbe certamente, danneggiandolo, fermato il "Grillo" sulla ostruzione. Ho considerato allora impossibile qualsiasi tentativo di lancio e intile quindi ogni ulteriore proseguimento.
"Date le consegne avute circa la distruzione del "Grillo" ho deciso di affondarlo dove ero e, fermata l'elica e le catene, ho detto a Corrias di aprire la valvola di affondamento, il che egli subito è corso a fare. Mentre davo indietro per fermare l'abbrivo che avevo, la barca di ronda mi è arrivata di prora (al di là della 5° ostruzione) ed ha dato anch'essa indietro.
"Salito Corrias in coperta, mi sono chinato io stesso (per fare più presto) entro il boccaporto per accendere la miccia per far saltare il "Grillo" dopo di che ho verificato che la valvola di affondamento fosse bene aperta. Avendone la pressione dell'acqua tenuto il coperchio aderente al seggio e non irrompendo quindi l'acqua nello scafo che in piccola quantità, ho affondato detto coperchio, dopo di che mi sono rimesso al mio posto. Ho trovato il "Grillo" traversato di circa 40° sulla dritta e la barca di ronda ad una quarantina di metri che non faceva niente.
"Ad un Lanciamo?" di Corrias quando sono tornato in coperta ho pensato di lanciare i siluri per impedire che gli austraici pescando il "Grillo" potessero recuperarli. Volendo lanciare verso il centro del porto ho rimesso in moto mettendo tutto il timone a sinistra e dicendo a poppa di star pronti a lanciare. Il motore si è messo in moto ed il "Grillo" ha iniziato velocemente l'accostata; ma poco dopo essendosi il motore fermato per l'acqua che incominciava a bagnare il collettore il "Grillo" seguitava ad accostare lentamente. Arrivato normalmente all'ostruzione ho detto di lanciare; e Corrias, che poco prima si era portato da poppa al centro, lasciando al timone Milani, ha dato una pedata all'apposita leva della tenaglia a sinistra e poi a quella di destra senza primi ricordarsi di togliere, cosa che anche a me in quel momento è acaduta, il relativo spillo di sicurezza. I siluri, così, non sono stati lanciati.
"Durante quest'ultima fase era cessato il fuoco che veniva fatto contro di noi, forse nella credenza che fossimo stati colpiti e impossibilitati a muoverci, e nonostante la continuità del fuoco, eccettuati colpi di fucileria che ho sentito colpire varie volte le parti metalliche nessun'altro colpo aveva fino allora raggiunto il "Grillo". La messa in moto ha tolto questa credenza, chè pochi istanti dopo che Corrias aveva cercato di lanciare mentre con Angelino ritentava il lancio usando la leva a mano, un colpo di cannone ha colpito il "Grillo" (credo in coperta a dritta) quasi nel mentre che questo, per l'acqua imbarcata si raddrizzava verticalmente.
"Mi sono trovato così improvvisamente in acqua ( con tutti gli altri) ed il "Grillo" è affondato prima ancora che mi fossi formata una idea precisa del dove fosse stato colpito e prima che avessi potuto fare alcun segnale. Attorno a me erano gli altri dell'equipaggio tra i quali Angelino ferito ad un braccio.
"Con Corrias ho aiutato questi e l'ho trascinato a nuoto verso la 5° ostruzione fino a quando, accorgendomi che mi avvicinavo invece alla 4° (v'era corrente crescente) ho nuotato verso questa e, raggiunta, vi sono rimasto aggrappato sostenendo sempre, insieme a Corrias, Angelino. Milani ha raggiunto intanto la barca di ronda che si era attaccata al 5° ostruzione e col battello ha cercato di venire a prender Angelino.
"Circa un quarto d'ora dopo che eravamo in acqua, uno scoppio subacqueo seguito da numerosissime bolle d'aria, mi ha edotto della esplosione di una delle due bombe del "Grillo". Sono rimasto in acqua, in attesa di un battello piccolo che riuscisse a sorpassare la quinta ostruzione per poter poi trasportare Angelino, circa tre quarti d'ora, dopo di che lasciato questi su di un rimorchiatore, sul quale dei medici hanno subito incominciato a medicarlo, io e Corrias siamo stati portati con una barca a vapore (erano le 04,30) sulla "Viribus Unitis".
"Quivi all'infermeria di bordo, dove abbiamo trovato Milani che vi era stato condotto poco prima, siamo stati vestiti, con tenute di macchina da marinaio e poco dopo portati tutte e tre alle carceri militari marittime di Pola".
Il capit. di fregata
f.to MARIO PELLEGRINI

I motoscafi che si trovano all'esterno e presso la diga e le torpediniere che erano al largo avevano seguito le fasi dell'arrischiata missione per mezzo degli indizi che potevano ad essi pervenire. Avevano udito due esplosioni, una delle quali era querlla causata dalla bomba impiegata per la distruzione del "Grillo"; ed esse con i segnali a razzi, fatti effettivamente dagli austriaci come segnali d'allarme, ma corrispondenti in tutto a quelli concordati con il comandante Pellegrini nel caso di riuscita dell'impresa, avevano indotto a pensare che il "Grillo" fosse riuscito a penetrare nella rada ed a silurare una delle navi maggiori nemiche. Naturalmente in seguito potè rendersi manifesto come le cose si erano svolte; ma il mancato obiettivo, in una sì difficile operazione, non menomò assolutamente il merito degli audaci uomini che con tanta perseveranza e con tanto ardire avevano tentato l'impresa

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