venerdì 28 giugno 2019

La Regia Marina e lo Spionaggio cattolico nella Grande Guerra













Nave da Battaglia "Benedetto Brin"


Sulla base della cinquantennale esperienza della Triplice, gli Austriaci da sempre, ma in particolar modo dal decennio precedente lo scoppio della Grande Guerra svilupparono in Italia una rete di spionaggio e sabotaggio degna di nota e sempre più fitta con ramificazioni di spie, agenti, informatori e simpatizzanti in ogni strato della società italiana degno di interesse. Rete che aveva i suoi appoggi sia nel campo socialista ma soprattutto cattolico, entrambi volti ad assecondare gli austriaci, anche se per ragioni diverse. Rete che arrivava ad avere agenti anche nel parlamento italiano, nel vasto strato di simpatizzanti triplicisti, nel mondo giolittiano e dei neutralisti in genere eg infine solidi appoggi nel mondo cattolico, con l’eclatante esempio di Mons. Rudolph Gerlach, cameriere segreto partecipante di Benedetto XIV, suo protetto ed uomo di fiducia, che molte prove portano a ritenerlo uno dei capifila di questa rete. Un aspetto questo della Grande Guerra a cui si è prestato poca attenzione, ma che incise molto sugli eventi della guerra, come i colpi inferti alla Regia Marina stanno a dimostrare.

Infatti la Regia Marina ebbe a perdere nel settembre 1915 la nave da battaglia “Benedetto Brin”. Ancorata nel porto di Brindisi e nel marzo del 1916 un'altra nave da battaglia, la “Leonardo da Vinci” sempre in porto, questa volta a Taranto. Altre navi come la Giulio Cesare e la Duilio sarebbero state colpite, se l’azione del nostro controspionaggio navale non fu tale da annientare gli agenti ed i sabotatori, che risultarono essere tutti italiani. Per questi due anni, l’azione dei sabotatori austriaci fu per Vienna uno dei maggiori successi nel 1915 e nel 1916.
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)

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