L'esecuzione dell'attacco deve essere
condotta colla massima risolutezza e colla ferma volontà di conquistare le
posizioni nemiche, a qualunque costo. Sono condizioni importantissime per la
riuscita dell'azione: l'assegnazione di un compito ben definito ad ogni
riparto, l'irruenza e la subitaneità dell'assalto alle prime trincee
possibilmente senza un colpo di fucile, la simultaneità e la sorpresa
dell'uscita di tutti gli uomini di ciascuna ondata della trincea con l'unità
destinata a costituire l'ondata successiva, la successione delle ondate senza
attendere che l’antistante richieda il soccorso della retrostante, il
collegamento e la cooperazione tra i reparti, il non fermarsi nelle trincee
avversarie, ma di superarle ed il riordinarsi al di là di esse, l'audacia
nell'impiego delle mitragliatrici che debbono muovere con una delle prime
ondate verso le ali della fronte d'attacco, la tempestività e l'adeguatezza
delle riserve. Il mantenimento delle posizioni conquistate è spesso più
difficile della stessa conquista: il terreno strappato all'avversario a prezzo
di sangue, non si deve più vedere; retrocedendo si subiscono perdite maggiori
che restando sul posto. A tale fine occorre: provvedere alla vigilanza
specialmente sui fianchi, riordinare subito i reparti, accelerare l'arrivo di
truppe fresche, ricavare o costruire al più presto ripari e difese accessorie,
stabilire immediatamente i collegamenti, predisporre i reparti che debbono
fronteggiare i contrattacchi nemici, provvedere al rifornimento delle munizioni
ed agli sgomberi, impiegare l'artiglieria per i ritiri di interdizione sulla
zona dalla quale muovevano i contrattacchi nemici o di controbatteria sulle
artiglierie che cercano di rendere intenibile la linea raggiunta. La forza e la
formazione delle ondate vanno stabilite in relazione al terreno, alla
fortificazione nemica, alla larghezza delle brecce aperte ed alla situazione
particolare dell'avversario. Un reggimento può formare due linee (2
battaglioni, uno di fianco all'altro in 1^ linea, ed uno in 2^) oppure
tre linee (un battaglione in 1^ linea, uno in rincalzo in 2^ linea, un
battaglione in riserva in 3^ linea); i battaglioni di 2^ e 3^ linea vanno
impiegati per rinvigorire l'azione della prima linea contro l'obiettivo a
questa assegnato, oppure per proseguire l'attacco al di là di tale obiettivo,
ovvero ancora per ricacciare i contrattacchi. Ciascuno dei battaglioni può
formare, ad esempio, 4 andate: ciascuna di queste di 4 plotoni (1^ ondata: 2
plotoni della 1^ e 2 plotoni della 2^ compagnia: 2^ ondata: 2 plotoni della 1^
e 2 plotoni della 2^ compagnia; 3^ ondata: 2 plotoni della 3^ e 2 plotoni della
4^compagnia; 4^ ondata: 2 plotoni della 3^ e 2 plotoni della 4^ compagnia).
La compagnia che ha 2
plotoni nella 1^ e 2 nella 2^ ondata assume una fronte da 100 a 150 m; il
battaglione che ha due compagnie ripartite fra le prime due ondate e 2 compagnie
in rincalzo ha una fronte da 200 a 300 m, se ha tre compagnie ripartite fra le
prime 2 ondate ed una compagnia in rincalzo può assumere una fronte da 300 a
450 m (densità di un uomo per metro o di due uomini su 3 m). Le formazioni da
adottare sono quelle che evitano l’affollamento delle truppe contro gli
ostacoli, perciò, sempre che possibile, i reparti saranno distesi, altrimenti
coi plotoni aperti di fianco. L'istruzione sull'impiego dell'artiglieria
enuncia criteri e procedimenti d’impiego e dà ampio sviluppo ad argomenti di
carattere quasi esclusivamente tecnico. Essa fissa per l'artiglieria - la cui
funzione essenziale è immutabilmente quella di rimuovere gli ostacoli che si
oppongono all'azione della fanteria - i seguenti compiti: acquistare il sopravvento
sull’artiglieria avversaria, battere la fanteria avversaria nelle trincee,
distruggere i reticolati e le altre difese accessorie, costituire a tergo e sul
fianco delle linee avanzate nemiche una zona di assoluta interdizione, battere
sistematicamente le zone ove l'avversario lavora, distruggere gli osservatori,
contrastare con il fuoco il moltiplicarsi delle difese nemiche, battere gli
appostamenti avversari per mitragliatrici e per bombarde, battere
sistematicamente le principali comunicazioni del nemico. Ripartisce, poi, i
compiti assegnando: alle artiglierie di grosso calibro la demolizione dei
bersagli duri, il concorso con quelle di medio calibro alla controbatteria ed
il bombardamento a grandi distanze di villaggi, accampamenti, ecc.; alle artiglierie
di medio calibro, la controbatteria, la demolizione dei trinceramenti più
arretrati e di quelli particolarmente
robusti di prima linea, la distruzione degli osservatori, dei depositi
munizioni, dei manufatti, ecc., nonché l’interdizione delle retrovie ; alle
artiglierie di piccolo calibro la immobilizzazione delle truppe nemiche a tergo
delle trincee da attaccare, la distruzione degli osservatori vicini, la
neutralizzazione dei contrattacchi; alle bombarde la distruzione dei reticolati
e delle trincee da distanze molto brevi, la provocazione di effetti
terrorizzanti di scoppio fra i difensori delle linee nemiche più ravvicinate.
Dopo il discorso sui compiti dell'artiglieria nell'azione offensiva, la
pubblicazione tratta importanti
argomenti già oggetto delle precedenti circolari, e in particolare: il
concorso dell'arma nella preparazione e nello svolgimento dell'attacco e nel
mantenimento delle posizioni conquistate, l'osservazione del tiro,
l'esplorazione e la ricerca delle batterie avversarie, i tiri contro
artiglierie e contro appostamenti per mitragliatrici nonché i tiri sulle
retrovie ed i tiri di notte, i proiettili da impiegare ed il rifornimento delle
munizioni, le postazioni delle batterie e i ripari, la dipendenza d’impiego
delle unità di artiglieria. La
pubblicazione Criteri di impiego d'artiglieria e le varie circolari che le
fecero seguito (87), mentre da un lato seguirono di massima i criteri della
dottrina francese e perfezionarono i provvedimenti tattici e tecnici
dell'osservazione, dei collegamenti e della cooperazione interarma, dall'altra
restarono lontane dagli eccessi concettuali e metodologici delle artiglierie
degli altri eserciti, miranti a rendere sempre più lunga e potente la
preparazione dell'attacco e ad imbrigliare le varie azioni di fuoco in schemi
rigidi ed assoluti come quelli del barrage roulante e del ratissage (cortina e
shrapnel fuori della zona del barrage). La ricerca di procedimenti più efficaci
e soprattutto più celeri e più elastici per concentramenti di fuoco rapido e
sicuro sopravanzò l'eccessivo metodismo dei tedeschi e degli stessi
franco-britannici, che ebbe il sopravvento durante tutto il 1916 e la prima
metà del 1917 sulla fronte occidentale.
(Da Filippo Stefani, Storia della Dottrina e degli Ordinamento dell'Esercito Italiano) continua con post in data 20 agosto 2020
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.