1.
PREMESSA
Poter
vedere dall’alto è sempre stato alla base dell’interesse militare: fin
dall’antichità il generale comandante dirigeva la battaglia osservando da una
posizione sopraelevata l’area dello scontro. Alla fine del XIX secolo, quindi,
tutte le Forze Armate dei paesi più avanzati del mondo possedevano reparti di
aerostati il cui scopo era di poter osservare la zona delle operazioni belliche
da una posizione privilegiata e utile per riferire al Comando lo sviluppo delle
stesse, i movimenti delle truppe, la posizione dei reparti avversari e anche
per dirigere il tiro delle artiglierie con maggior precisione sugli obiettivi
assegnati.
Il 17 Dicembre 1903, sulla spiaggia di Kittyhawk, in Carolina del Nord, il Flyer 1,
pilotato da Orville Wright, si staccava dal suolo per soli 12 secondi, ma
realizzava il millenario desiderio dell'uomo di volare. Orville Wright effettuò
altri tre voli prima di cedere i comandi al fratello Wilbur che compì a sua volta quattro voli, l’ultimo
dei quali si concluse con un atterraggio disastroso in cui l’aereo si danneggiò
gravemente. Quel primo velivolo e i seguenti costruiti dai fratelli Wright
avevano ancora ben poco a che fare con ciò che oggi definiamo aereo. Erano
biplani, dovevano essere assistiti con una catapulta durante il decollo e
possedevano una fragilità intrinseca che ne rendeva pericolosi e problematici
persino i movimenti a terra.
Da quel fatidico giorno ebbe inizio in tutto il mondo una
continua e sempre più vasta sperimentazione di nuove macchine volanti. La Francia
si affermò rapidamente come nazione leader nella ricerca e nello sviluppo di nuovi
tipi di aeromobili, molti dei quali troveranno poi impiego bellico. Ma altri
paesi non furono da meno e, sia in Europa, sia negli Stati Uniti, l’aviazione
crebbe subito nell’interesse popolare e in quello industriale. Anche in Italia numerosi appassionati
costruttori aeronautici cominciavano a progettare e realizzare aeroplani. Il
primo volo di un aereo di concezione nazionale risale al 1909: si tratta del
triplano del torinese ing. Faccioli.
Negli ambienti militari però tale interesse non fu altrettanto
immediato. I primi aeromobili non erano altro che pionieristici prototipi,
esemplari unici pieni di difetti, difficili da pilotare ed altrettanto insicuri
da controllare. Fu sempre nel 1909, che può essere considerato l’anno di nascita dell’aviazione italiana, che Giulio Douhet, all’epoca maggiore del Regio Esercito,
presentò la prima esposizione teorica sul possibile uso militare dell’aeroplano,
come fattore preponderante di superiorità nei conflitti, rappresentando quanto,
secondo lui, sarebbe stato importante, oltre al dominio dei mari, anche quello
dell'aria negli eventi bellici futuri.
(Antonio Daniele)
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