sabato 29 novembre 2025

L'Aviazione nella Grande Guerra. Nascono le specialità. La Ricognizione

 

- NASCONO LE SPECIALITÀ

 

Le attività di ricognizione e bombardamento, già sperimentate dall’Italia in Libia, si consolidarono nelle relative “specialità” alle quali si affiancò abbastanza presto la nuova specialità della caccia. Per ciascuna di tali specialità furono costruiti aeroplani dedicati ed elaborate opportune tattiche d’impiego.

 

 ·         La Ricognizione

 

I primi impieghi militari furono essenzialmente legati all'utilizzazione dell'aereo come mezzo di ricognizione, utilissimo nell'assicurare un rapido e tempestivo riconoscimento del profilo del terreno, nonché della disposizione e dei movimenti delle truppe avversarie. La sua comparsa sul campo di battaglia consentì tra l'altro di determinare la disposizione delle trincee nell'ambito della guerra di posizione.

Essendo tale specialità considerata un surrogato delle consimili operazioni della cavalleria, il primo impiego tattico ebbe anche influenza sulla formazione dei primi equipaggi, molti dei quali appartenevano a quest'ultima arma. Fra gli esempi più famosi, i futuri assi tedeschi Manfred von Richthofen e Werner Voss, che iniziarono la propria carriera in cavalleria.

In pratica, quello di ricognitore fu il primo ruolo ricoperto dall'aeroplano nella grande guerra. Lo scetticismo dei generali riguardo al suo impiego operativo di cui si è detto in precedenza, era mitigato dalle prove positive già fornite dall'uso dei palloni aerostatici  come punto sopraelevato di osservazione già durante gli eventi bellici della seconda metà del XIX secolo. L'aereo, infatti, era visto dai pochi estimatori come un modo per estendere e migliorare le possibilità del pallone, limitato dall'impossibilità di vedere cosa ci fosse dietro una collina, e dalla scarsissima flessibilità d'uso e dalla minima possibilità di movimento.

Fino a quando la prima guerra mondiale rimase un conflitto di movimento, la cavalleria fu comunque l'arma di elezione per condurre ricognizioni del terreno e della consistenza e movimenti delle truppe nemiche. L'inizio della guerra di trincea, tuttavia, rese completamente inutile la cavalleria come strumento di ricognizione tattica, favorendo l'espansione dell'uso dell'aereo.

Sebbene lenti e vulnerabili, i primi velivoli militari si rivelarono insuperabili nel compito di ricognizione. Potevano sorvolare il nemico garantendosi una certa impunità e successivamente comunicarne la posizione e i movimenti prima attraverso il lancio di messaggi scritti prima e poi col radiotelegrafo. Fu proprio grazie alla ricognizione aerea che l'esercito francese seppe della conversione verso est sulla Marna delle truppe tedesche in contraddizione dell'originario piano Schliffen, riuscendo così ad arginarne l'avanzata e a effettuare un contrattacco efficace.

La ricognizione aerea ebbe un ruolo importante in diverse grandi battaglie del fronte occidentale, evitando ad esempio l'accerchiamento delle truppe britanniche comandate dal generale John Fench da parte dello schieramento tedesco agli ordini di Alexander von Kluk durante la battaglia di Mons; e consentendo al generale francese Joseph Simon Gallieni di inviare truppe contro il fianco scoperto tedesco durante la prima battaglia della Marna.

Anche sul fronte orientale i ricognitori ebbero un ruolo importante nel determinare le sorti degli scontri. L'aver ignorato gli avvertimenti dei suoi piloti, ad esempio, costò al generale russo Alexander Samsonov la perdita di praticamente tutto il suo esercito ad opera delle truppe imperiali tedesche del generale Paul von Hindenburg nel corso della battaglia di Tannenberg. Dopo questa disfatta, anche i russi cominciarono ad utilizzare in modo più esteso il mezzo aereo ottenendo accurate mappature della disposizione delle forze nemiche nel corso dell'offensiva Brusilov .

Gli aviatori che effettuavano voli di ricognizione erano in una situazione di estremo pericolo. Le missioni, condotte generalmente da equipaggi composti da un pilota ed un osservatore, consistevano nel mantenere il velivolo quanto più possibile in volo livellato e rettilineo, in modo da poter scattare immagini fotografiche nitide e sovrapponibili (la cosiddetta strisciata aerofotogrammetrica). Questa tattica operativa esponeva molto facilmente i ricognitori al tiro antiaereo nemico.

Un altro ruolo ricoperto dagli aerei da ricognizione era quello dell'osservazione tattica in favore dell'artiglieria. Gli osservatori trasmettevano ai comandi informazioni tempestive utilissime a dirigere e aggiustare i tiri d'artiglieria sulle posizioni nemiche. In una guerra di posizione come fu il primo conflitto mondiale, valutare l’efficacia dei tiri era di grande importanza, pertanto i ricognitori furono dotati di macchine fotografiche per il rilevamento del tiro d'artiglieria. I danni potevano essere valutati con precisione e la gittata dei cannoni calcolata con esattezza fino ad allora impensabili. Il particolare profilo di volo che doveva essere mantenuto, in linea con i tiri della propria artiglieria, spesso consentiva all’equipaggio di vedere il proiettile quasi immobile nell'aria all'apice della traiettoria balistica, con il rischio persino di essere colpiti dal fuoco amico.

Il fuoco di artiglieria diretto dall'aviazione ebbe una notevole applicazione nella prima battaglia dell’Aisne, durante la quale le posizioni sopraelevate di artiglieria tedesche, invisibili dalla pianura, furono scoperte, rilevate e mappate dai ricognitori inglesi, consentendone l'attacco da parte delle truppe di terra. Durante la battaglia di Verdun, l'aviazione francese era stata designata come obiettivo primario dal generale Erich von Falkenhayn, Capo di Stato Maggiore Generale tedesco, al fine di accecare l'artiglieria nemica. Gli aviatori francesi subirono notevoli perdite ma, pur in numero estremamente ridotto, continuarono a volare ed a fornire supporto tattico alla propria artiglieria, garantendone comunque una sufficiente efficacia operativa.

Oltre a svolgere un ruolo di rilievo nei teatri bellici, gli aerei da ricognizione sono stati anche protagonisti di azioni di ardimento, ad esempio come il lancio di volantini di guerra psicologica sulle posizioni nemiche. Notevole è l'esempio fornito dagli SVA 5 italiani, che il 9 agosto 1918, al comando del poeta ed aviatore Gabriele D’Annunzio, partendo dal campo di volo di San Pelagio si spinsero fin a Vienna e sparsero sulla città volantini di cui lo stesso d'Annunzio era autore.

(Antonio Daniele)

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