PROGETTO SCUOLA IN LABORATORIO ANNO 2021.
Istituto Tecnico Industriale Minerario Statale “Giorgio Asproni- Enrico Fermi” di Iglesias.
Referente: Prof.ssa Zurru Silvia – Partecipanti: Classi 5 Chimici e 5 Geotecnici.
Pinna Teodoro – Sottotenente
di Complemento 44° Reggimento Artiglieria da campagna, matricola 1182(95), Albo d'oro Sardegna pag. 315
Volume XIX.
Nato il 24
gennaio 1895 a Iglesias – Genitori Pinna Efisio e Bernardini Teodora – Residente a Iglesias in Vico
Stretto n.1 – Morto il 13
ottobre 1916 (21 anni) nell’Ambulanza chirurgica d’armata n.4 del comune di
Gradisca – Sepolto
inizialmente nel cimitero comunale di Gradisca e successivamente nel Sacrario
Militare di Redipuglia (gradone 16 – tomba n. 29287) – Statura:
1,70m – Circonferenza torace: 0,83m – Capelli:
lisci neri – Occhi: castani – Colorito: bruno –
Dentatura: sana – Professione:
studente . Viene inquadrato nel 15° Reggimento di Campagna. (27 gennaio 1915). Successivamente
è impiegato nel 9° Reggimento Artiglieria da Campagna per la formazione del 46°
Reggimento. (10 giugno 1915). Giunto in territorio dichiarato in stato di
guerra. (16 giugno 1915) viene promosso Caporale. (15 agosto
1915) Trasferito nel 44° Artiglieria per frequentare il corso Allievi
Ufficiali. (5 aprile 1916) Aspirante Ufficiale di Complemento. Arma di
artiglieria nel 44° Reggimento Artiglieria da Campagna, Decreto del
Comando Supremo (25 giugno 1916). Promozioni: Sottotenente di Complemento
Morto nell’Ambulanza chirurgica d’armata n.4 del comune di Gradisca causa
ferite riportate in combattimento come da atto di morte inserito al n.156
d’ordine del registro degli atti di morte della suddetta ambulanza. (13 ottobre
1916). Nell'ottobre del 1916 il 44° Artiglieria si trovava ad Oppacchiasella
(Opatije Carso sloveno), località situata nei pressi dell'attuale confine
italiano. Il luogo fu teatro di quattro battaglie dell'Isonzo (dalla sesta alla
nona).
Pinna fu colpito
nel tragitto che portava ad un osservatorio, e morì in ambulanza a causa delle
gravi ferite. Nel giugno 1915, al
momento dell'entrata in guerra, la struttura sanitaria dell'esercito italiano,
che disponeva di 24.000 posti letto al fronte e di oltre 100.000 nelle retrovie
e nel resto del paese, con un migliaio di medici, in gran parte in servizio
effettivo, si rivelò del tutto inadeguata, tanto da richiedere, immediatamente,
enormi sforzi di potenziamento, soprattutto nello sgombero di feriti e malati
verso le retrovie, dove fu creata un'imponente rete di ospedali e di
convalescenziari (più di un migliaio), in piccola parte utilizzando la
struttura sanitaria civile, e in parte maggiore con la requisizione di caserme,
scuole, collegi, seminari, alberghi. Alla fine del conflitto, al fronte c'erano
96 sezioni sanità, 234 ospedali da 50 letti, 167 da 100 letti, 46 da 200 letti,
9 ambulanze chirurgiche e 17 radiologiche, 38 sezioni di disinfezione; nel
paese, in totale, i posti letto si erano quasi quintuplicati rispetto a tre
anni prima, avvicinandosi al mezzo milione.
Le ambulanze chirurgiche svolsero, in questo ambito, un ruolo essenziale: veri
e propri reparti di chirurgia “volante”.
Francesco Triolo, Quinta Chimici
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