mercoledì 20 aprile 2022

MIchele Usai. Caduti di Iglesias: Emilio Caciarru

                                  PROGETTO SCUOLA IN LABORATORIO ANNO 2021.

Istituto Tecnico Industriale Minerario Statale “Giorgio Asproni- Enrico Fermi” di Iglesias.

Referente: Prof.ssa Zurru Silvia – Partecipanti: Classi 5 Chimici e 5 Geotecnici.



Cacciarru Emilio Tenente di fanteria 35° reggimento “Brigata Pistoia”, Decorato con due medaglie d'argento al Valor Militare, Albo d'oro Sardegna pagina 40 volume XIX.

Dati e contrassegni personali, figlio di Antioco Luigi e Sanna Antonia, residente a Iglesias, Nato a Iglesias 22/7/1892, Deceduto il 30/04/1918 a Castel San Pietro dell'Emilia alle ore 15,15 nella abitazione di piazzale Garibaldi n°4 (Reperito dal registro dell’atto di morte Parte II Serie C n°7 dell’anno 1918). Statura e torace: non rilevati Capelli: rossi e lisci Naso: greco Mento: giusto Occhi: grigi Colorito: roseo Dentatura: sana Segni particolari: lentiggini Arte o professione: studente Causa della morte: infortunio Luogo di sepoltura: ignoto, presumibilmente nel cimitero di Castel San Pietro, ma attualmente non rilevabile. Emilio Cacciarru fu chiamato alle armi il 27 novembre del 1915 e fu impiegato prima nel 88° Reggimento fanteria, poi, a far data dal 15 marzo 1916, nel 210° Reggimento fanteria. Nell'ottobre del 1916, nominato tenente di complemento, venne impiegato nel 36° Reggimento fanteria. Il 31 maggio del 1917 fu destinato al 35° Reggimento, Brigata Pistoia. Nella primavera del 1917 la Brigata Pistoia tornò in Carso, destinata al settore di Monfalcone nel tratto di fronte Flondar - quota 145; durante la Xa Battaglia dell'Isonzo (12 - 28 maggio 1917) i fanti attaccarono l'Hermada, senza fortuna e con gravi perdite; il giorno 26 maggio il nemico, conscio della crisi dei reparti italiani, uscì dalle proprie linee tentando di infiltrarsi nel settore di Flondar: solo il sacrificio dei battaglioni del 36° fanteria permise di bloccare questa minaccia. Nei giorni 28-29 maggio la Brigata si slanciò ancora contro l'Hermada, subendo di nuovo gravi decimazioni per il tiro ravvicinato delle mitragliatrici nemiche; la battaglia ormai in fase di stanca si trascinò ancora per qualche giorno con azioni locali tese a migliorare la linea raggiunta, poi si spense e la Pistoia rientrò in seconda linea dove attese i nuovi complementi. La XI° Battaglia dell'Isonzo (17-31 agosto 1917), vide la Pistoia in linea a Hudi Log dove rimase sino a metà settembre sostenendo aspri scontri ravvicinati col nemico che causarono gravi vuoti tra le sue fila; risale a questo periodo la prima medaglia d'argento al Valor Militare del tenente Cacciarru, già distintosi in precedenza per il coraggio e l'ardimento. Nei giorni successivi la Brigata venne trasferita in Carnia, nel settore della Val Resia e qui fu sorpresa dallo sfondamento della XIVa Armata austro-tedesca.
Nella XIIa Battaglia dell'Isonzo (24 ottobre - 10 novembre 1917), iniziata con lo sfondamento delle linee a Caporetto, i due reggimenti della Brigata ricevettero l'ordine di proteggere il ripiegamento delle divisioni 36° e 63°, rimanendo a stretto contatto con l'avversario; durante la ritirata la Pistoia fece saltare alle sue spalle ponti e nodi ferroviari, raggiungendo il Tagliamento il 30 ottobre e sistemandosi a difesa sulla sponda destra (durante il tentativo di resistenza sul Tagliamento operato dal Corpo Speciale di retroguardia, i resti della 36° divisione occuparono le pendici del monte Simeone, mt. 1506 presso Cavazzo Carnico, bloccando per due giorni la 50° divisione austriaca). Per le truppe nemiche il Tagliamento costituì un intoppo di breve durata e l'inseguimento riprese l'1 novembre. Il giorno 5, il 36° reggimento fu circondato presso il paese di Tramonti di Sopra e annientato; il 35° reggimento riuscì a sfuggire all'accerchiamento, ma, intercettato dal nemico sulla mulattiera che da Tramonti scende in Val Meduna, subì la stessa sorte del reggimento gemello, subendo pesantissime perdite.  Il tenente Cacciarru , ferito in battaglia, fu ricoverato in luogo di cura, e, dopo essersi ristabilito, fu destinato al Deposito del 35° Fanteria, presso Bologna, dove risulta essere stato presente dal 21 gennaio del 1918  fino ai  mesi successivi. II pochi superstiti della Brigata Pistoia intrapresero un lungo periodo di riordinamento e riorganizzazione, ritornando in prima linea solo alla metà del mese di aprile del 1918.  Pochi giorni dopo, precisamente il 27 aprile, Emilio fu nuovamente ricoverato a causa delle gravissime ferite riportate durante una esercitazione di lancio di bombe a mano.  Morì pochi giorni dopo, all'età di 25 anni.  Per l'eroismo mostrato, gli fu tributata la seconda medaglia d'argento al Valor Militare. Nel contesto nel quale è morto Cacciarru emerge il fatto che, a differenza dei suoi compagni, è morto (per quello che si desume dalla decorazione) a causa di un incidente; un'altra stranezza che ho riscontrato nella mia ricerca è la lunga distanza tra il luogo di morte del tenente e i movimenti delle truppe del suo reggimento, che in quei giorni era impegnato in combattimento nel fronte alto del Garda. Si riportano le motivazioni delle medaglie d’argento al valore militare: “Costante mirabile esempio di slancio e coraggio, durante ripetuti e forti attacchi nemici, prodigò arditamente l'opera sua di comandante e combattente, finché, gravemente ferito, dovette essere allontanato, Già distintosi per spiccato valore in precedenti azioni. Korit 4 settembre 1917.”

“Durante una esercitazione di lancio di bombe a mano, accortosi che un soldato si era lasciato sfuggire una bomba ancora fumante, con pericolo immediato dei compagni, incurante del pericolo cui esponevasi, prontamente la raccoglieva, senonché quella, esplodendogli in mano, gli produceva gravi lesioni, per le quali doveva in seguito soccombere. Mentre gli prestavano le ultime cure, diceva ad un compagno:”Volevo salvare te e i tuoi soldati, sono contento.” Castel San Pietro nell'Emilia (Bologna) 27 aprile 1918”

Michele Usai, Quinta Chimici

 


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