Si riportano gli scritti degli Studenti, sotto elencati,
dell'Istituto Superiore NICOLò TRON GIACOMO ZANELLA DI SCHIO (VICENZA)
Referente: Prof. Danilo Zongoli
PENSIERI PERSONALI - MILITE IGNOTO
PENSIERI PERSONALI - MILITE IGNOTO
Quest'anno ricorre il centenario della sepoltura del Milite Ignoto, un capitolo importante della storia recente italiana.
Era il 1921, la Grande Guerra si
era conclusa da appena tre anni lasciandosi dietro molti caduti e molte erano
le mogli rimaste senza marito, le famiglie senza padre e le madri senza
figli.
A peggiorare ulteriormente la
situazione molti non avevano neppure una salma su cui piangere.
Proprio per questo si decise di
recuperare dai campi di battaglia 11 corpi di soldati non identificati e di
sceglierne 1 per rappresentarli tutti.
La scelta fu affidata a Maria
Bergamas, una madre che aveva perso il proprio figlio in guerra e che
rappresentava tutte le donne italiane colpite dai lutti causati dal conflitto.
Ella scelse una delle salme il 28
ottobre 1921 nella Basilica Patriarcale di Aquileia.
Il corpo del Milite Ignoto partí
per un viaggio con soste in alcune città.
Lí molti italiani lo salutarono
identificandolo come il proprio caro disperso in guerra. Il commovente viaggio
si concluse con la sepoltura della salma nel candido marmo dell'Altare della
Patria a Roma, da allora sempre vegliato da una guardia permanente in cui si
alternano i vari corpi delle Forze Armate italiane.
A cent'anni di distanza, il
Milite Ignoto non rappresenta piú ció che significava un tempo, ovvero il
sacrificio dei giovani italiani per la Patria, ma un semplice monumento della
nostra capitale se non addirittura un'attrazione turistica.
Ma il suo significato é sentito
ancora meno dai ragazzini che pensano che la Grande Guerra sia solo un capitolo
del loro libro di storia e molti tristemente non sono neppure consapevoli
dell'esistenza di questo simbolo che, cent'anni fa, uní l'Italia nel ricordo
dei caduti per difendere la Patria.
I valori e la sacralità che
rappresenta il Milite Ignoto dovrebbero essere, invece, riscoperti e vissuti
dalle nuove generazioni troppo spesso influenzate da modelli effimeri.
-Federico Mario Galasso
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