La 10a battaglia dell’Isonzo 12 maggio- 8 giugno 1917
Alle artiglierie della Marina dislocate nel Basso Isonzo il 24 maggio 1917 si aggiunsero i grossi calibri dei due monitori britannici Earl of Peterborough e il Sir Thomas Picton. Arrivati a Venezia nei mesi precedenti, appena ricevuto l’ordine salparono da Venezia per la missione di bombardamento programmata. Erano fortemente scortatati da siluranti, dragamine, unità ausiliarie e aerei perché, oltre al rischio sempre presente delle mine, era atteso un veemente attacco da parte dell’aviazione navale austro ungarica di base a Trieste. Intanto, erano pronte a muovere da Venezia le due vecchie navi da battaglia Emanuele Filiberto e Ammiraglio di Saint Bon, nel caso uscisse da Pola una forza navale nemica.
Giunti nelle rispettive posizioni di tiro davanti a bocca di Primero, i due monitori britannici aprirono il fuoco contro l’aeroporto di Contovello, rimanendo fuori tiro delle batterie terrestri austro ungariche. Subito dopo apparvero otto aerei nemici che sottoposero a un intenso bombardamento i due monitori che furono raggiunti da numerose schegge. Il Peterborough fu anche colpito da una bomba da 50 chilogrammi riportando lievi danni. Il tiro dei monitori fu ben diretto dagli osservatori della 44a Squadriglia i cui Caudron G.4 non subirono attacchi da parte dell’aviazione nemica, mentre fu abbattuto l’idrovolante L 136 austro ungarico da uno dei caccia Newport di scorta.
Durante l’azione furono sparati 32 colpi che provocarono solo lievi danni al campo di aviazione. La K.u.K. Kriegsmarine, fece uscire in mare i sommergibili U-1 e U-2 che non riuscirono a giungere in tempo per attaccare le unità britanniche. Bloccata l’offensiva terrestre, le due unità rientrarono nell'Arsenale di Venezia.
L’11a battaglia dell’Isonzo: 17 agosto – 29 settembre 1917
Il 17 agosto 1917 il Comando Supremo italiano diede il via alla più grande offensiva lanciata dal Regio Esercito dall’inizio della guerra, alla quale furono destinate 51 divisioni e 5.200 pezzi di artiglieria. A sostegno dell'azione della 3a Armata, il cui obiettivo era aggirare la roccaforte dell'Hermada attraverso la conquista dell'altopiano del Comeno, la Regia Marina schierò, oltre alle batterie fisse terrestri e su natanti del Gruppo "Granafei", anche i due monitori britannici e i due pontoni armati semoventi Alfredo Cappellini e Faà di Bruno. Oltre al supporto di fuoco da parte delle artiglierie, la Regia Marina avrebbe dovuto provvedere allo sbarco tra Duino e Sistiana di tre battaglioni del Regio Esercito, 3.000 uomini circa, preceduti da un reparto di arditi marinai, il Gruppo “Apollonia”, finalizzato ad aggirare le postazioni difensive sull’ala sinistra del fronte austroungarico. Gli obiettivi assegnati ai monitori britannici erano le possenti postazioni difensive nemiche sul rovescio dell'Hermada.
L'Earl of Peterborough e il Sir Thomas Picton, giunsero all’alba del 19 agosto 1917 presso i gavitelli indicanti le rispettive postazioni di tiro di fronte a bocca di Primero, scortati da una squadriglia di torpediniere e da una squadriglia MAS alle quale si aggiunse un’ulteriore squadriglia di torpediniere e una di MAS della base di Grado. Uscirono da Venezia anche due squadriglie di cacciatorpediniere come scorta indiretta in missione di vigilanza. Completavano il dispositivo di sicurezza dodici sommergibili inviati in agguato davanti alla costa istriana, mentre gli idrovolanti delle stazioni di Venezia, Grado e Porto Corsini si alzarono in volo per eseguire missioni di esplorazione a largo raggio nonché di scorta ai velivoli degli osservatori del tiro. Alle ore 15.00 del 19 agosto, iniziò il bombardamento che durò senza sosta per due ore, dopo che erano stati sparati complessivamente 56 colpi da 305 mm su obiettivi situati sul tergo dell’Hermada, sulla quota 279 e sulla dolina di Cresta. Il tiro dei monitori fu regolato da un Caudron G.4 della 44a squadriglia. Terminata la missione, attorno alle 22.00, i due monitori furono rimorchiati verso il loro ancoraggio nel canale d'Orio, nella laguna di Grado, dove si provvide al rifornimento di carbone e di munizioni.
Impiego dei monitori britannici nel golfo di Trieste nell’agosto 1917 Le crociere di protezione della Regia Marina
Due giorni dopo, all'alba del 21 agosto, entrambe le unità britanniche, scortate da due squadriglie di MAS e dal piroscafo armato Capitano Sauro, ripresero il bombardamento dell'Hermada su bersagli posti alla distanza di circa 19.000 yard (ca. 18.000 m). Tra le 10.35 e le 13.00 spararono complessivamente 65 colpi di grosso calibro. I monitori inglesi uscirono nuovamente in mare all’alba del 23 agosto per bombardare le linee di comunicazioni nemiche, ma i risultati furono poco soddisfacenti in quanto i cannoni cominciarono a riportare alcune avarie a causa dell'alto numero di colpi sparati a un'elevazione maggiore della massima nominale. La probabilità di colpire gli obiettivi puntiforrni assegnati, come i viadotti ferroviari, era peraltro piuttosto bassa; di cinquantaquattro colpi sparati, infatti, solo tre furono quelli “messi a segno". Contemporaneamente ai monitor della Royal Navy erano entrati in azione i due pontoni armati semoventi Faà di Bruno e Cappellini con i loro cannoni navali da 381/40 mm. Essi avevano diretto il loro tiro contro la zona industriale di Trieste e i nodi stradali e ferroviari di Sistiana e Nabresina, ma non si ottennero risultati significativi. Durante l'11a battaglia dell’Isonzo i cannoni del 33° Raggruppamento Artiglierie d’Assedio, e quelli della Difesa di Porto Rosega, spararono complessivamente 7.849 colpi. A questi si aggiunsero i tiri dei pontoni semoventi armati Faà di Bruno e Cappellini, 65 colpi e dei monitori britannici Earl of Peterborough e Sir Thomas Picton, 175 colpi.
Le corazzate costiere austro ungariche Wien e Budapest giungono a Trieste il 27 agosto 1917
Nel frattempo, per difendere Trieste dal paventato attacco italiano, erano state richiamate da Cattaro due vecchie corazzate costiere Wien e Budapest. Ma le due corazzate non uscirono mai in mare per contrastare le nostre unità navali e per bombardare le nostre linee e anzi divennero subito, a loro volta, bersaglio di accaniti bombardamenti aerei italiani. Infatti, appena individuate dalla nostra ricognizione, le due corazzate furono sottoposte ad un incessante e martellante bombardamento finché il 5 settembre il Wien fu colpito da ben 17 bombe. Una di queste centrò un’imbarcazione laterale issata a sinistra e finì in mare scoppiando sott’acqua creando una falla lunga 7 metri. Il 12 settembre 1917 le due corazzate lasciarono Trieste per raggiungere Pola dove il Wien doveva essere riparato. Lo stesso giorno cessarono i combattimenti sul Monte San Gabriele.
Da parte austro ungarica, per poter contrastare il tiro dei nostri grossi calibri il contrammiraglio Koudelka ottenne un cannone da 35 cm previsto per la classe Ersatz-Monarch, di cui era stata bloccata la costruzione con l’inizio delle ostilità. Il pezzo fu installato nei pressi di Santa Croce (Duino-Aurisina) il 23 agosto 1917 col nome di copertura Georg, ma non fece a tempo a entrare in azione durante l’11a battaglia dell’Isonzo perché sarebbe diventato operativo solo il 22 settembre. Secondo le fonti del Comando del Distretto marittimo di Trieste, il cannone sparò i suoi primi colpi contro Grado il 18 ottobre 1917, una settimana prima dell’offensiva congiunta austro tedesca di Caporetto: il primo colpo cadde a solo otto metri dal nostro comando e l’altro colpì le Poste. I gradesi, pur abituati ai continui bombardamenti aerei, ne rimasero sconvolti.
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